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Malus I, La Vecchia Osteria 2

Malus I, La Vecchia Osteria 2

giovedì 10 marzo 2011

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« Ciao Desirée. Guarda: ho il calendario completo degli avvenimenti culturali dell’estate! » proruppe Sophie, l’altra si alzò con un radioso sorriso e l’abbracciò, dicendo subito dopo.
« Ciao Sophie, ti spiace se finisco un attimo? »
« No, figurati! Io intanto inserisco i miei impegni sociali, così sapete fin dall’inizio la mia disponibilità ».
« Si vede che stiamo invecchiando, diventa sempre più difficile fare coincidere il nostro tempo libero, siamo donne impegnate ormai », ironizzò l’amica, ma non scalfì lo snobismo di Sophie.
« Ma quale vecchiaia, io sono sempre stata socialmente impegnatissima fin da bambina ». L’altra le lanciò un’occhiata di sincera commiserazione ripensando alle scorribande giovanili e alla totale libertà di cui aveva goduto da bambina, era stata un maschiaccio e in qualche modo si vedeva ancora, per questo precisò con un certo orgoglio.
« Io invece sono sempre riuscita a scansare gl’impegni, l’unica cosa che non sono riuscita ad evitare è stata la scuola, impari presto che non si può avere tutto nella vita ».
« Tesoro, ma che hai fatto ai capelli? » Constatò in quel momento Sophie.
« Niente, un esperimento venuto un po’ male », minimizzò l’altra, Sophie preferì non approfondire di che genere di esperimento si fosse trattato e tornò al futile.
« Ti piace questo smalto? È in tinta con l’abito, esattamente due tonalità più chiare, un capolavoro». Desi­rée diede un’occhiata di sfuggita allo smalto sorridendo in segno d’assenso e a bassa voce continuando a fare scorrere le dita sulla tastiera si complimentò.
« Bel colore, mi piace. Gli smaltini blu mi sono finiti, devo ricomprarli », intanto con aria leggermente indispettita guardava il monitor.
Sophie, distratta da una rivista d’alta moda, si sdraiò comodamente sul letto di Desirée.
« Qualcosa non va? Ti ho fatto sbagliare? ».
« No, no, tu non c’entri. È tutta la mattina che si comporta in modo un po' sospetto ».
« Se continui a crackare programmi ovunque, prima o poi ti ritrovi con un bel virus tipo aids o una bella denuncia, a seconda della sfiga. Quelli della Finanza però in genere sono carini, almeno ci sarebbe un lato positivo nella cosa », rifletté un attimo, forse era più probabile che la finanza un giorno si sarebbe presentata da lei, scosse la testa, meglio la moda del fisco.
« Questo programma l'ho fatto io, cioè l’ho modificato. Comunque non è questo il pro­blema, quello che mi fa arrabbiare è che i dati elaborati corrispondono solo in parte a quello che vorrei, cosa che non riesco a capire e quando io non riesco a capire una cosa… ».
« Non ti sprecare a spiegarmela. Non ho mai capito niente di fisica, gli unici calcoli che mi riescono so­no quelli connessi al denaro, in particolar modo quello che mi entra in tasca. Ti ho detto che sono riuscita ad acca­lappiare Jean-Claude? ».
Desirée intanto si era alzata e sporgendosi sopra la scri­vania guardava dall’ampia finestra.
« Bello! Stanno arrivando Gaby e Falstaff! », poi voltandosi verso Sophie, s’informò incuriosita.
« Come hai fatto a strappare il bamboccio a quell’oca d’Ester ».
« Io sono una persona sportiva, tutto qui. Lei invece non è altro che un’oca possessiva, il ché significa che con una rivale del genere non mi sono divertita più di tanto. Sai alle volte ho pensato che sarebbe eccitante una gara tra noi due ». Desirée sorrise divertita immaginandosi la gara.
« Credi che esista un uomo che valga un’amicizia? Finiremmo col litigare, perché a nessuna di noi due piace perdere, inoltre non mi viene in mente nessuno che potremmo giocarci ».
« Già il tuo ultimo passatempo è stato silurato come dici tu. Tesoro dovresti avere più pazienza: bisogna curare una relazione, o almeno fare finta di farlo. Certo che oggi giorno pubblicano degli straccetti importabili, poi tutte queste stronzette anoressiche che si credono belle! Inguardabili, la morte che veste l’ultima moda, alle volte ci si meraviglia che abbiano ancora gli occhi nelle orbite.» A Desirée non sembrò avere dato fastidio l’ironica allusione dell’amica, per cui rispose allegramente.
« Ma per favore, era uno scassapalle senza eguali, adesso fa anche la vittima, dice che gli ho spezzato il cuore, che mollusco! ». Sophie scoppiò in una risata argentina e chiuse finalmente la rivista, che in qualche modo non l’aveva soddisfatta.
« Come? Non l’hai aiutato a ritrovare la gioia di vivere e a superare le sue paure e problemi con la tua comprensione e la tua abnegazione? Grazie al vostro amore avreste potuto superare tutte le vicissitudini ed ostacoli di questo cattivo e crudele mondo. Non sei andata dove ti porta il cuore! Angelo del focolare che fai non svolazzi? Sarebbe stato così semplice: bastava chiudere intelligenza e dignità in un cassetto e passare il resto dei giorni ad applaudire ogni scemenza che dice l’ebete, è questo che piace agli uomini, se te ne vuoi tenere uno è così che devi fare; l’idolatria» E portandosi al cuore la rivista che teneva ancora in mano mimò i modi delle ragazzine « Oh! Mi ha guardata! », poi riassumendo l’aria distaccata che la contraddistingueva concluse seccamente. « E comunque da quando in qua gli uomini hanno un cuore? », riaprì la rivista, i gioielli non erano male e portabilissimi, specie quelli più costosi. Desirée non poté fare a meno di scoppiare a ridere assistendo a quella sceneggiata, infine commentò.
« Se c’è una particolarità che il mio cuore non ha è l’essere scemo, comunque ne diceva molte d’idiozie. Vada a rompere l’anima a qualcun altro. Accidenti, questo coso ricomincia a fare storie, forse è il caso di spegnerlo e continuare domani. Uno i ragazzi sé li tiene per divertirsi non per farsi assillare e angosciare dalle loro paranoie, ma che scherziamo! »

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