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Malus I, Segreti in cantina 3.

Malus I, Segreti in cantina 3.

lunedì 18 aprile 2011

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« Altre scale! Per chi mi hai preso ». Desirée era andata avanti ed aveva acceso la luce. Le scale con i gradini dissestati proseguivano, ma la galleria ad una decina di metri da loro finiva in un’ampia caverna. Gaby aveva ripreso il racconto.
« Beh! È una storia molto romantica, volendo… Il nonno di Desirée s’innamorò della nonna ed il villaggio …»
« Del nonno ufficiale gentiluomo » volle concludere Sophie, ma Desirée che le stava davanti la corresse « No, non del nonno, di questo » indicando ciò che si trovava all’interno della caverna. Sophie si voltò verso la luce, da prima riuscì a prendere atto solo di una grossa massa grigia, ma quando la mise bene a fuoco non credette ai propri occhi, esclamando incredula.
« Mio Dio! Ma è pazzesco! », guardò meglio, non era possibile, eppure aveva di fronte un sommergibile tedesco della seconda guerra mondiale in perfetto stato di conservazione, che galleggiava placidamente ormeggiato nel piccolo porto sotterraneo. Prendeva sia in altezza, sia in lunghezza quasi tutta la grotta. Rispetto ai sottomarini moderni aveva uno scafo sottile ed allungato che lo faceva apparire quasi elegante, nonostante fosse fermo ed in evidente disarmo incuteva un inconscio e cupo timore, cui contribuivano i grossi pezzi d’artiglieria che armavano la torretta, ancora minacciosamente puntati verso l’alto, contro un nemico che aveva vinto la guerra e si era dimenticato di loro. Alle funi d’acciaio erano fissate delle bandiere, strane bandiere: una francese, una tedesca e ben due grandi bandiere della pace, evidente sforzo di Gaby per bilanciare altri simboli molto negativi.
Le due amiche la stavano guardano con occhioni innocenti, pieni d’orgoglio.
« Bello vero? », chiese a conferma Desirée.
Sophie era ancora senza parole.
« Una mattina lo videro affiorare dalle gelide acque a causa di un guasto al sistema d’aerazione e fu subito amore ». Gaby adesso era estremamente orgogliosa di poterle mostrare il loro segreto.
« Ma come si fa? È un sommergibile nazista », questo era inequivocabile date le grandi svastiche e croci bianco nere ben visibili sullo scafo insieme alla scritta U-933 la sigla del sommergibile.
« U-Boot », la corresse Desirée « U-933 detto Prinz Eisenherz è un pezzo unico, appartiene al tipo VII/c 41, ma ha tante modifiche da essere quasi un c 42, il prototipo mai realizzato. Ha uno scafo doppio, in teoria potrebbe raggiungere i 400 m. di profondità, quasi come i sommergibili d’oggi e una notevole capacità di fuoco di ben quattordici torpedo. Il motore a diesel è stato un po’ aggiornato, sai andava troppo piano », scese saltellando verso il molo, dove prese una lunga tavola che appoggiò al sottomarino per salirvi. Gaby intanto con un accenno d’imbarazzo tentava di giustificare il fatto a Sophie, che ancora non riusciva a capacitarsi.
« Devi capire Sophie, che quelli erano tempi molto inquieti ed insicuri, non si poteva sapere cosa sarebbe successo, per questo era meglio stare in guardia e premunirsi contro il peggio » continuò Gaby « Qui nessuno ha restituito le armi dopo la guerra ».
« Hai finalmente capito, perché da queste parti nessuno vende casa? Hanno le cantine piene d’armi, che non sanno più come eliminare ». Strillava Desirée dal sottomarino, aggiungendo con vanto.  « La mia cantina è la più bella », e presa dall’entusiasmo si mise a ballare, facendo rimbombare cupamente l’acciaio dello scafo. Sophie guardandosi intorno stupita, raggiunse il piccolo molo ingombro di bidoni e attrezzature varie coperti da grandi teloni incerati, si fermò sbalordita a guardare l’U-boot ancorato davanti a lei.
« Sono 67 metri di sottomarino, non è tanto già all’epoca ce n’erano di molto più grandi, ma questo è micidiale. », continuò Desirée, adesso imitava Shakira, sbagliando però i passi come notò l’occhio esperto di Sophie.
« Ma che senso ha? Dopo tanti anni. Questo enorme coso è bello, ma potrebbe andare bene solo per un museo navale, se davvero dovesse succedere qualcosa, che ci fai con questo? È un rottame » l’indignazione e l’offesa furono comuni.
« Non ha un filo di ruggine », protestò energicamente Gaby, mentre saliva sdegnata sul sommergibile, Desirée invece la guardava con un intimidatorio sorriso sulle labbra, a guardarla bene aveva qualcosa di tedesco, ferma su suo U-Boot a puntualizzare.
« Questo coso non è mai stato sconfitto da nessuno. Non sa cosa sia la sconfitta, né tanto meno la ruggine, non riesce nemmeno ad immaginarsela. Dai sali » e corse via ridendo insieme a Gaby.
Sophie, ancora poco convinta, passò con una certa prudenza sulla tavola e titubante mise piede sul sommergibile, si guardò intorno « È immenso, aspettatemi! ».

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