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Malus, 1. Lo scoccare delle ore, 12.

Malus, 1. Lo scoccare delle ore, 12.

lunedì 15 agosto 2011

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« Se non mi serviste viva, vi avrei uccisa all’istante. Avete profanato il trono della Notte. Un’onta che va lavata col sangue! », sembrava furioso, pertanto borbottando e con ostentata lentezza Desirée gli cedette il posto protestando.
« Il fatto che tu sia fisicamente più forte di me e ne approfitti, non si~gnifica per niente che tu sia anche migliore, soprattutto perché questo non è dipeso dalla tua volontà o capacità », l’osservazione non calmò l’ira di Malus più di tanto, gli suggerì però di fare il gioco del gatto col topo tanto per passare un po’ il tempo a tormentare la sua ospite.
« Questo significa andare a cercare il pelo nell’uovo. Siete stata ir­rimediabilmente sconfitta, anzi non avete nemmeno combattuto, l’unica cosa che sapete fare è qualche stupido sorrisetto. Oltre l’evidenza dei fatti, state negando addirittura la legge del più forte ». De­sirée, che non si riteneva per niente sconfitta, controbatté con enfasi.
« Ah si? Perché secondo te, se un maiale ammazza un uomo, significa che è migliore? No bello, il maiale resta un animale. Non hai ancora capito, che è la mia dignità umana che io sto cercando di mantenere. L’uomo supera infinitamente l’uomo. » Bella frase d’uscita pensò orgogliosa di sé per essere riuscita a ricordarsi per sommi capi quanto detto da Paschal, la cui grandezza di pensiero avrebbe dovuto mettere in crisi anche un sapientone come Malus, ma questi sorvolando sul fatto di essere stato chiamato “bello”, non sapendo se nel caso particolare costituisse un complimento o una mancanza di rispetto, si limitò a sottolineare.
« Io non sono umano ».
« Ah no? » ripeté Desirée presa alla sprovvista.
« No ».
« Merda! » si lasciò sfuggire pestando il piede a terra nervosa. Malus la osservava con un irritante sorriso di puro compiacimento stampato in faccia, teneva le mani giunte e prese a girare i pollici, come a sottolineare il tempo che lei stava impiegando per trovare una risposta, quando infine esordì con « Questi sono ideali universali… ». La interruppe prontamente.
« Per la specie umana alla quale io, grazie al cielo, non appartengo. Ogni specie ha le sue filosofie, le Fate, gli Elfi e persino i Troll, un tantino originali quest’ultime, e comunque sia nessuna può avanzare pretese d’universalità sulle altre. E poi non c’è cosa che m’interessi meno della grandezza dell’uomo, che, temo per voi, non esista nemmeno, inoltre nelle mie vene scorre sangue divino » Altro sorrisetto strafottente, poi aggiunse « Vorrei inoltre ricordarvi quanto appena detto e cioè che, se non foste una donna per avermi dato del maiale, avrei lavato l’offesa col sangue. D’ora innanzi per il vostro bene vi consiglio di porre maggiore attenzione nella scelta delle troppe parole che usate, potrei anche decidere di passare i prossimi giorni a torturavi, e non mi mancano di certo i motivi per dare ampio sfogo alla crudeltà. Mi dovreste inoltre spiegare di grazia, a che cosa vi serve la vostra presunta raffinatezza di pensiero e nobiltà d’animo se mo­rirete? Non v’è nobiltà d’animo nelle scarne ossa di uno scheletro, nella polvere in cui si sgretola non c’è niente, se non l’oblio. Il vostro ineluttabile destino ».
Ma ormai Desirée si era fatta prendere dall’enfasi e proseguì col suo filosofo preferito.
« E se pure l’intero universo si dovesse unire per distruggermi, io sarò sempre superiore a lui, perché io, in quanto persona, a differenza di tutti gli altri esseri viventi, sono cosciente di morire.» Paschal doveva pure servire a qualcosa.

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