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Malus, I. Lo scoccare delle ore, 15.

Malus, I. Lo scoccare delle ore, 15.

sabato 24 settembre 2011

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La stava spingendo verso un pilastro, la ragazza per parare i suoi colpi stava retrocedendo e non se ne era accorta, sembrava non essere abituata a guardarsi attorno durante uno scontro, poco prima che potesse accorgersi dell’ostacolo alle sue spalle, Malus riuscì ad agganciare l’elsa della sua spada incrociando le spade a forbice sbattendola contro il pilastro con le lame di entrambe le spade premute alla gola, adesso il mare non era più calmo nei suoi occhi, cercò di spingere ancora di più le spade, che adesso teneva con entrambe le mani, verso la sua gola, ma lei riuscì a contrastarlo, aveva quasi la sua stessa forza.
Sentiva il suo odore, la primavera era scomparsa, era soddisfatto la schiacciò col proprio peso contro il pilastro. Respirò profondamente, conscio di doversi controllare per non farla a pezzi, la tentazione era forte.
« Non osate mai più sfidarmi, nemmeno con lo sguardo, capito? » Le ringhiò a denti stretti, aumentando la stretta « Non qui nel mio regno sotto le mie stelle ». Non sentiva ancora l’odore della paura, ma qualcosa di più simile alla follia, percepì un insolito gusto in bocca, le loro labbra erano vicinissime, le vide muoversi e sussurrare alla sua rabbia  come a volere incidere le parole nella sua anima.
« Dubita che di fuoco siano gli astri, dubita che si muova il sole, dubita che menzognero sia il vero, dubita, ma non dubitare del mio amore ». Il mare era nuovamente calmo e risplendeva nei suoi occhi solo per lui. Irritato da quell’nuovo affronto, temendo che le parole celassero un incantesimo, la colpì con forza con l’elsa della spada prima al mento e poi il colpo finale sulla nuca, costringendola a cadere in ginocchio, non voleva commettere errori che si potessero rivelare fatali, un altra schermaglia ed avrebbe mirato ad uccidere e questo non doveva essere, perciò disse semplicemente.
« Propongo di rimandare questo duello all’ultimo giorno di vostra permanenza al castello », mormorò qualcosa e l’incantesimo si sciolse definitivamente, lei torno ad essere una ragazza. Desirée, ferita e sconfitta, in ginocchio teneva il capo chino, non reagì. Malus proseguì con rabbia.
« Mi auguro che non vogliate insistere col sostenere di essere una semplice fanciulla ».
Voltate le spalle andò via verso l’uscita laterale, raggiunta la soglia, si fermò dicendo.
« Spero che questo possa servire a farvi riflettere sull’inutilità dei vostri vagheggiamenti mentali e comunque, se l’intero universo dovesse congiungersi per schiacciarvi, voi morireste prima ancora d’accorgervene. Addio mia Signora ».

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