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Malus, I, Lo scoccare delle ore, 16.

Malus, I, Lo scoccare delle ore, 16.

mercoledì 28 settembre 2011

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Risalì le scale che portavano alla stanza della sfera di cri­stallo, chiedendosi per quale motivo, quando aveva trasformato la ra­gazza in guerriero l’armatura era diventata rossa e dorata. I colori dei Maghi del Nord erano sempre stati il bianco ed il grigio, però De­sirée proveniva da un altro mondo e tutto poteva essere possibile, quel colore costituiva tuttavia un elemento fuori posto, una nota stonata che non gli piaceva, doveva essere tutto perfetto. Desirée era diversa da come l’aveva immaginata e da come avrebbe dovuto essere. Era meglio studiarla con più attenzione, quelle anomalie avrebbero potuto influire sia pure minimamente sul sacrificio, e per quel fatidico giorno tanto atteso da generazioni, non dovevano esserci imprevisti o errori, neppure minimi. Non le avrebbe dato alcuna possibilità, a lui non ne erano state date.

Desirée lo aveva seguito con lo sguardo, una volta scomparso alla sua vista e presumibilmente fuori portata della sua voce borbotò slacciandosi lentamente l’armatura.
« L’universo non è che un ammasso di materia in movimento, non gliene frega niente di me, o del genere umano. Pascal doveva per forza mettere l’uomo al centro di tutto, fosse anche solo per morire schiacciato come un verme » era finalmente riuscita a togliersi la corazza. « L’unica cosa che c’è di straordinario qui … » si rialzò piano « È il fantastico culo del Principe della Notte » il sorriso smagliante le illuminò il volto.
« Che bel culo che ha! Com’é carino quando s’arrabbia, da non crederci ». Esclamò girando su se stessa per l’entusiasmo. « Carino questo gonnellino, fa un po’ leggionario romano, ma carino » notò sorpresa.
Rimasta sola nella favolosa sala del trono, si guardò intorno, sorrise soddisfatta, i suoi sogni erano tornati, socchiuse gli occhi, stese le braccia, i piedi presero per abitudine la posizione giusta. « Uccello di fuoco! » escalmò, e dato che non aveva le scarpette aggiunse l’ Hip Hop per potere ballare a piedi nudi.
Danzò da sola.  Intorno a lei era tornato il silenzio, ma nella sua mente riecheggiava una musica turbinante, nel suo cuore avvampava il fuoco, era sola al centro della notte, con lei girava l’universo e la terra che tanto intensamente amava. Era un mondo che non le avrebbe impedito di danzare e di volare. Distese le braccia come a volere abbracciare tutto ciò che le stava intorno, incurante delle ombre scure che strisciavano lungo le pareti del castello e dell’oscurità che diventava più intensa, spiccò un salto a ballò come non faceva da anni e con un energia che aveva dimenticato di possedere, se la sua bellezza non era sufficiente per incantare la notte lo sarebbe stata la sua danza, perché era sicura che gli occhi del Principe della Notte la stessero osservando.

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