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Malus I. Lo scoccare delle ore, 16

Malus I. Lo scoccare delle ore, 16

venerdì 30 settembre 2011

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Ancora furente sprofondato nella sua sontuosa cattedra con una coppa di vino in mano che non riusciva a bere, Malus la guardava accigliato danzare, tra mille ombre e luci che la sfera di cristallo proiettava sulle pareti, chiedendosi come lei potesse riporre tanta speranza nella remotissima possibilità di riuscire a toccare il suo cuore o anche solo il suoi sensi. Il messaggio che lei gli stava mandando era chiaro: uccidere un nemico non è la stessa cosa che schiacciare una bellissima farfalla, ma la la forza che lei aveva rielato di possedere in combattimento non era stata certo quella di una comune fanciulla, né tantomeno di una farfalla. Non c’era bisogno che gli dicesse dubbitare, i dubbi che affolavano la sua mente erano fin troppi, e non per tutti aveva una spiegazione, il colore rosso con cui adesso stava danzando così leggiedra era fuori posto, ma le donava, doveva fare parte della sua natura più intima se era uscito così violentemente allo scoperto. Quello non era nemmeno il colore della primavera, il Principe della Notte si chiese che odore avesse l’estate nei paesi caldi.
Il giorno seguente il Principe della Notte non si fece vedere, forse troppo preso dai preparativi per la fuga da Tenebricus, permettendo in tal modo a Desirée, non solo di allenarsi tranquillamente nella scherma, ma anche di scorazzare liberamente per il castello col suo abito dei sogni. Nel suo girovagare giunse nella stanza degli orologi, di cui Malus le aveva parlato il primo giorno.
Il vano era relativamente piccolo, rispetto alla maggior parte delle re­stanti stanze. Conteneva un unico e gigantesco ingranaggio le cui ruote giravano stancamente muo­vendo un intrico di polverosi denti metallici, su diversi dei quali si ve­devano incisi degli strani simboli astronomici, alcuni apparentemente in­decifrabili mentre altri in latino erano più accessibili.
Gli avvenimenti più importanti riguardanti Tenebricus erano stati iscritti su un lungo asse, che si trovava in basso al centro del meccani­smo, vicende costituite esclusivamente dalle date di nascita e di morte dei Principi della Notte. Un segno però a causa della sua particolarità attirò l’at­ten­zione di Desirée: era posto nell'immediato futuro, non poteva essere che la data prevista per la sua esecuzione. Appena se ne rese conto, cadde in ginocchio tremante rimanendo a lungo a fissare l’asse, ad un tratto come se la tensione avesse ceduto, si accasciò sul pavimento rimanendo immobile.
La guardia si precipitò verso di lei tentando di rianimarla, non riu­scendovi scomparve nel buio per riapparire poco dopo accompagnata dal Principe della Notte visibilmente preoccupato. Malus le si inginocchiò ac­canto, cercò di sentirle il polso senza riuscirci, poi la prese in braccio e la portò via.
Quando Desirée riaprì gli occhi, era in una stanza simile a quella in cui era conservata la sfera, solo più lunga e caratterizzata da polve­rosi scaffali con centinaia di boccette e conteni­tori di vario genere, il resto del vano avrebbe avuto l’aspetto di un attrezzato labora­torio di chimica, se non fosse stato per le molte pergamene e libri sparsi un po' ovunque, in quello che sembrava essere il disordine tipico del Principe della Notte

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